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CRYPTA NEAPOLITANA:


CRYPTA NEAPOLITANA

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Crypta Neapolitana

Alle spalle della stazione ferroviaria di Mergellina si estende il piccolo, ma suggestivo Parco Virgiliano, così impropriamente chiamato perchè sistemato nel 1930, in occasione del bimillenario della nascita del poeta. Proseguendo lungo il viale si giunge alla tomba del grande poeta Giacomo Leopardi.
 
Continuando a salire lungo il viale si giunge all'ingresso della galleria chiamata "Crypta Neapolitana". Tale galleria venne aperta alla fine del I° sec. a.C. per velocizzare i collegamenti fra Neapolis e Puteoli evitando le curve tortuose e le irte salite della strada preesistente, la "Via Antiniana per colles", che giungeva a Fuorigrotta risalendo la collina del Vomero. Attualmente la galleria si presenta lunga circa 700 metri, larga fra i 4 e i 5 metri ed alta tra i 5 e i 20 metri. Oltre che da fiaccole, la galleria veniva illuminata da due pozzi di luce.

Riguardo alla costruzione, Strabone ci fornisce alcune utili informazioni: i lavori furono diretti da Lucio Cocceio Aucto, autore di molte altre gallerie dell'area flegrea (quella fra Cuma e l'Averno, ad esempio). Il ritrovamento di un bassorilievo marmoreo raffigurante il dio Mitra, ascrivibile al III° sec.d.C., ha portato ad ipotizzare l'esistenza di un luogo di questo culto in qualche anfratto della grotta. Inoltre, secondo alcuni scrittori pare che nella galleria si svolgessero, in antico, rituali dedicati a Priapo, figlio di Dioniso e di Afrodite, dio della fecondità, il cui culto comportava riti fallici notturni.

La Crypta Neapolitana ha continuato a svolgere il suo ruolo fino all'inizio del '900. Presso l'ingresso della Crypta c'è un monumento funerario posto ad un livello più alto rispetto a quello antico. La tradizione vuole che questo fosse il Sepolcro del grande poeta Virgilio, ma tale attribuzione non può essere né smentita, né confermata. Di sicuro il colombario dovette appartenere ad un personaggio o ad una famiglia di grossa importanza civile o religiosa. Il poeta mantovano aveva una predilezione per Napoli dove aveva appreso dal greco Sirone la filosofia epicurea e, ormai maturo, aveva concepito non solo le Georgiche, ma anche vari passi dell'Eneide legati all'area flegrea. La sua morte è stata descritta da biografi in questo modo: partito per la Grecia per un viaggio di studi, il poeta si sarebbe ammalato gravemente e sarebbe deceduto a Brindisi, nel viaggio di ritorno, all'età di 51 anni, nel 19 a.C.
 
I suoi resti furono trasportati a Napoli e raccolti nel sepolcro sulla via Puteolana presso la villa che aveva acquistato da Sirone. Molti letterati e poeti hanno venerato questa tomba, come Stazio, Silio Italico, Plinio il Giovane ed altri. Nel Medioevo la figura di Virgilio ebbe un carattere di taumaturgo e mago; i suoi resti sarebbero stati traslati e nascosti nel Castel dell'Ovo per paura che fossero rubati; in quel castello che lo stesso Virgilio, secondo la leggenda, avrebbe costruito su di un uovo magico posto nelle fondamenta.

Nel 1688 Pedro d'Aragona fece abbassare il piano della galleria di ben 11 metri, sì che il sepolcro restò sospeso in alto. In seguito ci furono secolari discussioni tra studiosi sull'identificazione certa del sepolcro del poeta, fino a quando, nell'anno del bimillenario della nascita di Virgilio, questo colombario fu restaurato e sistemato nello stato attuale.

fonte: comune


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